Intervista a Cristiana Giottoli

Blog del : 03/04/2017
Scritto da: Andrea Pegoraro

LA VOCE DI RITA ONLUS, CRISTIANA GIOTTOLI: "PROSEGUIAMO LA VOLONTA' DI MIA SORELLA"

L’ASSOCIAZIONE LA VOCE DI RITA ONLUS, NATA 12 ANNI FA DOPO LA SCOMPARSA PREMATURA DI RITA GIOTTOLI, FORNISCE UN AIUTO CONCRETO AGLI OSPEDALI, ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ E PROMUOVE EVENTI DI SOLIDARIETÀ

«Proseguire la volontà di mia sorella, di una donna che era molto attiva nel volontariato». Con queste parole Cristiana Giottoli, presidentessa dell’associazione La Voce di Rita onlus spiega a Roma da Leggere ciò che spinge lei e i volontari a dare un aiuto concreto alle persone meno fortunate. Il sodalizio è nato 12 anni fa dopo la scomparsa prematura di Rita Giottoli, sorella di Cristiana. Abbiamo intervistato Cristiana durante la festa finale del Good Deeds Day 2017, l’evento sulla solidarietà e il bene comune che si è concluso domenica 2 aprile al Circo Massimo.

Di cosa vi occupate concretamente?

«La Voce di Rita onlus si occupa di donazioni di macchinari per ospedali, sportello bisogni, alimentari e vestiario e tutto ciò che sul territorio ha necessità di un intervento sociale per i meno abbienti. Facciamo anche raccolta fondi e spettacoli. Abbiamo collaborato con il Bambin Gesù, con Rebibbia facendo una rappresentazione con i carcerati. Siamo molto attivi sul territorio e cerchiamo di coprire quello che può essere utile con il volontariato perché purtroppo mi sono resa conto che c’è tanta gente povera e che ha bisogno di un aiuto».

Ci sono alcune storie o eventi che ti hanno colpito particolarmente?

«L’evento che mi ha colpito tantissimo è stato quello con i detenuti di Rebibbia un paio di anni fa. Mi sono resa conto che molti di loro purtroppo hanno subito un’ingiustizia perché hanno fatto detenzione per crimini non commessi. Personalmente aiutarli nel contesto di questo spettacolo è stato bellissimo. Poi ci sono storie di famiglie povere che non te lo aspetti perché hanno una dignità meravigliosa e non ti chiedono aiuto. Sono persone che conosco da una vita. Non mi sarei mai aspettata che avessero situazioni così gravi e toccanti. Si tratta di famiglie che contatto tutti i giorni, che vivono nei quartieri limitrofi all’associazione».

Come ti sei avvicinata al volontariato?

«Mi sono avvicinata dopo la morte di mia sorella. Noi già facevamo volontariato ma non in questo modo così forte. Poi mi son detta: come posso aiutare chi è in difficoltà? Perché è successo questo? Quale segno mi ha lasciato? E mi son detta che dovevo fare qualcosa di più. Quindi è stata una motivazione interiore, c’è qualcosa che si è mosso dentro di me. Ho voluto dare un significato alla mancanza di mia sorella».

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